TFF OFF VI edizione 2016 / Recensione

Wexford Plaza

Wexford Plaza

Joyce Wong
80’
Canada – 2016
Festa Mobile

Joyce Wong esordisce con il suo primo lungometraggio nella trentaquattresima edizione del Torino film festival.
Come un libro in double face, Wexford Plaza racconta la stessa storia da due punti di vista totalmente diversi: Betty e Danny.
La protagonista, Betty, incarna il tipico stereotipo di ragazza americana, grassoccia, impacciata, assidua frequentatrice di fast food e che lavora come guardia notturna in un deserto centro commerciale di Toronto.
Una sera Betty e i suoi colleghi vanno a bere nel bar vicino al lavoro e lei si invaghisce del cameriere, Danny, che sembra ricambiare la sua simpatia.
I giorni passano e l’autostima di Betty aumenta sempre di più e lo spettatore si fa coinvolgere dal suo buon umore e dalla sua simpatica goffaggine, tant’è che inizia a sperare in un lieto fine tra i due ragazzi.
Ma improvvisamente la narrazione viene interrotta e ricomincia da capo passando alla visione di Danny. Tutti gli eventi si ripetono, ma, a differenza di ciò che si potrebbe pensare, non scadono mai nella banalità o noiosità.
Dalla parte di Danny la storia si svolge in un modo molto più triste e crudele ed è per questo che ci è più difficile simpatizzare con lui rispetto che con Betty.

Ricco di colpi di scena, Wexford Plaza è un film divertente e coinvolgente, ma dal finale amaro, che parte da un innamoramento immaginario. Ciò che la regista vuole trasmettere è quanto le parole e i punti di vista possano cambiare la realtà: ciò che sembrava vero in realtà era solo una falsità e viceversa.
Anche se la trama in sé è piuttosto banale, Wong è riuscita a renderla interessante, creando un contrasto tra la realtà, un infelice e freddo Canada dai colori cupi, e la vita immaginaria di Betty, delineata da colori pastello e stoffe floreali, dove lei ancora aspetta il suo principe azzurro.

Emma Squartini