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Biennale Democrazia 2011: un inizio in campagna elettorale

4 marzo, ore 11:30. Teatro Regio. Torino. Conferenza stampa per annunciare la seconda edizione di Biennale Democrazia. Siedono al tavolo Gustavo Zagrebelsky, Sergio Chiamparino, Michele Coppola, Angela La Rotella, una X di Intesa-SanPaolo ed una Y dell Compagnia di San Paolo. Aggiungiamo un Fassino in prima fila, oltre ai notabili di rito.
Curiosa la presenza di Michele Coppola, visto che il nomone atteso era quello del celtico Roberto Cota. Oltre alla considerazione fulminea del “effettivamente la Lega ad un tavolo di Democrazia suona strano”, Michele Coppola spunta fuori proprio quando le voci che lo vogliono candidato sindaco avversario di Fassino – già forte, ed ulteriormente rafforzato dal successo delle primarie torinesi – si fanno più insistenti. Si apprende, infatti, che i vip del Pdl e della Lega torinese avrebbe dato il loro assenso alla candidatura di Coppola. Un giovane assessore alla cultura che nel suo glorioso passato vanta collaborazioni nell’organizzazione di festival (Horkheimer, se ci sei, batti un colpo!). Glorioso passato sì, ma non troppo passato, visto che proprio la sua politicamente giovane età sembra essere l’arma da usare contro la sessantina di Fassino. E’ un’idea abbastanza diffusa quella del politicamente vecchio come politicamente non-più-adeguato. C’è persino un candidato sindaco per queste comunali che si vanta di essere “politicamente vergi…ne”. L’obiezione a questa cultura della verginità-in-poltrona è, evidentemente, che la giovane (no, non Giovine: ma anche questa è una bella gatta da pelare!) età è altamente probabile che sia sinonimo di inesperienza, quando non di incapacità (un assessore alla cultura che giunge da attività fieristiche, mon dieu).
Ad ogni modo, giungendo ai fatti.
Introduce Zagrebelsky. Applausi. Incornicia La Rotella. Applausi. Prende parola Coppola. Applausi stentati dopo un momento di gelo. L’assessore di via Bertola 34 non risparmia, infatti, alcune dichiarazioni del tipo “questa manifestazione è una bella cosa, ma io non credo che la democrazia in Italia sia in pericolo” oppure frecciatine sulla giovane età. Sulla giovinezza dei politici. Un chiaro segnale di campagna elettorale.