TFF OFF 2014 / Recensione

Cold in July

Cold in July

Regia di Jim Mickle – After Hours (Usa – 2014 – 100′)

Tratto dall’omonimo romanzo di Joe Lansdale, che è anche produttore del film, Cold in July racconta la storia di un tranquillo padre di famiglia che spara a un giovanissimo ladro introdottosi in casa sua. Per tutti è un eroe che ha salvato moglie e figlio, per la legge è stata legittima difesa. Ma Richard (Michael C, Hall) non la vede allo stesso modo. Tormentato dal rimorso si presenta al funerale del ladro dove incontra Ben Russel, che oltre ad essere padre del ragazzo ha un’invidiabile carriera criminale alle spalle. Il film comincia a cambiare marcia: la tensione comincia a salire quando Russel fa intendere che ripagherà il debito di sangue uccidendo suo figlio.
Gli eventi che quello scambio di battute mette in moto cambieranno Richard per sempre, lasciando un pallido ricordo del tranquillo corniciaio padre di famiglia. Gang messicane, prostituzione minorile, poliziotti corrotti e fucilate fanno ingranare finalmente la quinta e Cold in July vola verso il suo finale, con qualche risposta e qualche angosciante dubbio.
Certo, Jim Mickle vive della luce riflessa del libro di Lansdale, ma è riuscito a far vivere su pellicola una trama così piena di trappole. Ha dato vita a molte sfumature del libro, anche se non a tutte come notano i fan più fedeli di Lansdale, ed è riuscito a non perdersi in nessuna di esse.

Questo film è il salto di qualità di Jim Mickle, da promettente nome dell’underground horror a nome internazionale. Non ancora regista rivelazione ma sicuramente un nome da seguire nei prossimi anni. Maturerà ancora e noi tutti fan di Lansdale siamo ansiosi di scoprire come andrà avanti la loro collaborazione ora che a Mickle tocca trasportare in tv tutte le fantastiche storie di Hab e Leonard.

Roberto Origliasso