TFF OFF 2012 / Recensione

Arthur Newman – 2

Arthur Newman – 2

Sezione TFF 2012 – Torino 30

Categoria TFF OFF – 50 sfumature di sfiga

Non guarderò mai più un film con Colin Firth. Lo ripeto ogni volta, soprattutto dopo A single man di Tom Ford.

Certo, di solito, se un film è brutto la colpa è generalmente del regista. Eppure, ogni mio incontro con Colin Firth sullo schermo si risolve in tedio e noia.

Ma veniamo ad Arthur Newman.

Wallace Avery è un uomo di mezza età scontento della sua vita, del rapporto inesistente con il figlio e l’ex moglie, che decide per questo di cambiare identità e dirigersi verso un golf club per incontrare uno sconosciuto che l’estate precedente aveva promesso di assumerlo come insegnante. Sulla strada incontra una ragazza ovviamente bellissima e ancora più ovviamente piena di problemi familiari ed esistenziali che, non avendo niente da perdere, decide di seguirlo.

Resta un mistero come la suddetta riesca a non farsi impressionare dal calzino a rombi del protagonista, la panciera e l’evidente (nonostante non potessi sincerarmene, ma sono sicura che fosse così) odore da pensionato stantio.

Insomma, inspiegabilmente la bella Mike (o Charlotte, hanno tutti problemi di identità) fa sesso con un molto poco appetibile Wallace/Arthur.

Per farla breve – contrariamente al film – nelle due noiose ore di proiezione, il protagonista si rende conto che in fondo non si può fuggire da se stessi ma bisogna affrontare gli ostacoli bla bla bla. Per cui molla la gnocca e torna a casa dal figlio.

Unico dettaglio che tiene attento il pubblico è una serie di rapidi fotogrammi in cui si intravedono le tette della giovane.

Arthur Newman si conferma così il solito tentativo americano di produrre materiale cinematografico d’autore. Non capisco, siete così bravi con gli sparatutto!

Benedetta Catanzariti